L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

mercoledì 25 febbraio 2015

uno strumento di arteterapia evolutiva: il diario

Immagine del diario di Frida Kahlo

IL DIARIO DELL’ARTISTA INTERIORE

Il diario dell’Artista Interiore è uno strumento costituito dalla registrazione di esperienze e di riflessioni riguardanti la creatività. Vi possiamo annotare pensieri, scoperte e attrazioni (ad esempio presentando una mostra interessante che abbiamo veduto, o un artista che ci ispira) sul vissuto artistico, insieme a produzioni creative immediate, come schizzi, bozzetti, aforismi e poesie. Vi trovano significativamente posto le parole sull’arte che, incontrate in un libro o in un’altra occasione, ci toccano nell’anima. Pure vi si possono incollare delle foto di opere d’arte che troviamo stimolanti, magari arricchendo la pagina con un commento. L’utilizzo di questo strumento è estemporaneo e consacrato al fermare sulla carta le impressioni volatili suscitate dal godimento artistico. Tutto questo testimonierà nel tempo un patrimonio del sentimento creativo che, cumulandosi organicamente nel diario, si stabilizzerà anche interiormente.

Tanto più il viandante creativo riconosce di stare compiendo un percorso di crescita, fecondato da tante esperienze, tanto maggiore è l’entusiasmo che lo accompagna. La mente però non è interessata a registrare come tale il bagaglio delle varie esperienze artistiche, poiché non le ritiene pragmaticamente utili; quindi ognuna delle esperienze resta isolata come episodica e non va a rinforzarsi nell’insieme. Il senso del diario dell’Artista Interiore è quello di riunire i gioielli per mostrare, a se stessi, il valore complessivo del tesoro. Scegliamo per il diario dell’Artista Interiore un quaderno che ci piace e consacriamolo alla bellezza. Tutto ciò evoca una sensazione di abbondanza, che è quello di cui necessita il sentimento artistico per svilupparsi. Nell’arte, come nella vita, non cresce nulla di buono da impressioni di ristrettezza; bisogna riconoscere di essere ricchi, soprattutto interiormente, per sviluppare una ricchezza sempre maggiore. Infatti, come ha detto anche Cristo, a chi ha verrà dato in abbondanza, mentre a chi non ha sarà tolto anche il poco che ha.

mercoledì 11 febbraio 2015

La comprensione della bellezza


Satvat - Oasi fluttuante - acrilico su tela

E’ comprensibile che la bellezza e l’armonia portino salute, ma appaiono concetti troppo astratti e relativi per essere applicati. Si dice che è bello ciò che piace e la banalità di questo assioma determina una situazione fangosa da cui non spunta il loto della scelta consapevole.

E’ importante riconoscere che quello che piace non è, in larga misura, una risposta libera e naturale, dato che frequentemente è il risultato di un condizionamento, di un sentimento coatto e di pulsioni massificate. Ciò che piace è spesso cibo insano da fast food, in senso effettivo quanto metaforico, poiché si è spinti dalle mode, dalle abitudini e da meccanismi inconsci che il Sistema sa ben sfruttare per corromperci in modo funzionale al suo dominio. Ad esempio, a chi mi esprime ammirazione per un’opera di Fontana, consistente in una tela tagliata, chiedo di rinunciare totalmente all’apprezzamento ideologico e al pensiero, guardando con occhi innocenti, simili a quelli di un neonato. Quando la persona si rende capace di tale immedesimazione, azzerando le sovrastrutture mentali, si accorge da sola che sta considerando una banale tela tagliata. Invece facendo questo esercizio davanti a un’autentica opera d’arte, se ne può cogliere con lucidità la preziosità del lavoro che ha saputo esprimere un’effettiva ricchezza dell’Anima. Se non si è innocenti e consapevoli, si diviene incapaci di cogliere la realtà di ciò che si sta osservando, poiché, come nella storia del Re nudo, si vedono solo i condizionamenti ideologici che si stanno proiettando.

La libertà è la condizione più elevata che è possibile all’essere umano, il suo splendido tesoro che deve essere scoperto. Ognuno di noi può comprendere, come il gabbiano Jonathan Livingston, che "l’unica vera legge è quella che conduce alla libertà. (…) Altra legge non c’è". Tale è la nostra inesauribile possibilità di grandezza. Ma la libertà è ciò che porta ad evolvere per librarsi sempre più in alto, mentre non c’è alcuna libertà nel rimestare negli strati bassi dove la mente di massa dimostra di trovarsi più a suo agio, dove, spalleggiandosi l’un l’altro, si apparecchia il banchetto delle convenzioni e della menzogna. E non vi è libertà nemmeno dove, con reattività e insidiosa faciloneria, si rivendica l’arbitrio che effettivamente imprigiona. In definitiva, solo l’individuo consapevole e maturo può conoscere l’irripetibile sapore di ciò che fa crescere dal di dentro le ali e rende possibile il volo della percezione.


Certamente deve esserci il massimo rispetto per le scelte e le predilezioni individuali ma, affinché siano realmente libere e feconde, devono essere accompagnate da una capacità di lettura di un disegno più ampio e meno casuale, che sappia rilevare l’effettiva natura degli elementi e delle forze in gioco, verificandone il significato occulto. In verità la bellezza e l’armonia fanno parte di un moto interiore dell’essere umano all’elevazione e alla libertà, avendo un valore universale che, pur tradotto soggettivamente, tende ad avvicinare l’oggettivo. L’arteterapia evolutiva può guidarci al reale piacere dato dal saper partecipare all’attività delle leggi del Creativo, riconoscendo le situazioni che possono donarci occasioni di salute ed ispirazione.

domenica 8 febbraio 2015

La coltura dell'arte

Satvat - JAZZANDO COL DRAGONE - acrilico su tela, 2015


La Storia mostra, con abbondanza di esempi, che quando gli artisti sono più creativamente vitali e si riuniscono, promuovono un significativo rinnovamento che investe ogni aspetto della società e del costume. Tale trasmissione avviene in modo spontaneo quanto misterioso, e può occorrere del tempo prima che se ne possano apprezzare gli effetti. Più è alta la fiamma dell’arte, tanto più rapidamente accende gli stoppini dell’anima degli uomini. 
 
Si può anche valutare che la migrazione degli artisti in aree depresse risolleva le stesse dal degrado, formando centri pulsanti e operativi da cui si diffonde, in modo ribelle, la nuova cultura. Questo è avvenuto, ad esempio, dagli anni Quaranta nel Village di New York, continuando ad estendersi in molte città americane. Lo stesso si era prima verificato a Parigi, nelle fucine di Mont-Martre e Montparnasse dove, lavorando al crogiolo dell’anima creativa, si forgiò l’istinto libertario dell’uomo moderno. Attualmente, l’esempio evidente di tale processo è Berlino dove, pur nella confusione che attanaglia l’arte contemporanea, gli artisti si sforzano nel dare nuovi impulsi. In fondo agli artisti importa poco che il sistema economico li utilizzi come agenti del risanamento per innalzare gli indici del mercato immobiliare, se trovano l’occasione per lavorare ed esporre in modo quasi gratuito. 
 
Da altre parti, quasi ovunque per la verità, si fa di tutto per rendere impraticabile la vena creativa. Tuttavia l’arte pretende la maggior condivisione, perciò aborre i ghetti ma non cresce a meraviglia neppure nelle oasi. L’ambito più appropriato della sua coltura è il cuore dell’uomo, in modo che da lì, dal sacello palpitante dell’individualità, possa propagarsi viralmente contaminando benignamente l’umanità intera. Infatti tutti i cuori sono universalmente connessi nel mistero dell’Anima, e al livello del cuore gli antibiotici (anti-bios ossia anti-vita) della mente non hanno effetto. Questa è l’inesausta speranza, e non è poi tanto peregrina, se basta accendere una candela per disperdere anche la coltre più greve dell’oscuramento.