L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

martedì 17 aprile 2012

La negazione del genio

Satvat- Hic et nunc - acrilico su tela
Ciò che maggiormente affligge la nostra cultura – e in definitiva l’anima dell’essere umano – è la negazione del genio. Se la grande propulsione evolutiva della modernità si è dovuta alla risoluta emersione del genio animico, l’attuale fase involutiva – provocata dalla tirannia del potere globalizzato -comporta la sua subdola repressione.  La genialità, come spinta originale all’eccellenza ed alla creazione del nuovo, viene sistematicamente bandita o asservita ad una banalizzazione strumentale che è riservata al profitto. Anche nel campo artistico viene premiata la trivialità massificata; l’arte che viene maggiormente promossa è un territorio fangoso dove imperano l’artificio, la superficialità e l’edonismo catartico. Tutto ciò è la causa prima della carenza dell’investigazione umanistica quanto dell’attitudine ignorante verso l’impegno creativo; sempre per tale motivo si investe poco o nulla nella ricerca, la quale, ben più che alimentare lo strapotere finanziario, dovrebbe essere volta a conseguire un maggior benessere a beneficio dell’umanità intera. 

Ma sia chiaro: il genio non matura nel ristretto campo dell’io; è invece la risonanza di un’immersione, seppure fugace, nell’immenso spazio dell’Essere. Si giunge là intuitivamente – in verità a ciò apparteniamo – riportando una testimonianza di gloria che non è una memoria statica ed improduttiva, bensì un ribelle impulso dinamico e trasformativo. Sino a che rimaneva qualche barlume di genialità, si rivendicava una migliore qualità della vita, sperimentando con passione e fiducia delle nuove visioni esistenziali e dei percorsi alternativi; tale fiducia poggiava sul genio, come intima confidenza dell’uomo con se stesso, con le fermentazioni interiori e con i poteri creativi dell’anima. Ormai veniamo spenti da un’intima frattura  che ci aliena dai nostri talenti e dalle naturali risorse, ponendoci a capo chino di fronte ai poteri disumani che spremono crudelmente le nostre esistenze con l’arroganza di chi, certo di aver annullato in noi il fuoco geniale della consapevolezza e della ribellione, non considera neppure di dovere renderne conto. 

Ed è un triste spettacolo: moltitudini afflitte e demotivate che pagano in modo automatico con le loro vite per un sistema fondamentalmente ingiusto e coercitivo, che divora ogni cosa restituendo solamente un anacronistico e paradossale obbligo al consumo. Non vengono più riconosciuti diritti né legittime aspirazioni: tutto va nella macina che produce una farina velenosa la quale non potrà sfamarci; una macina che deve continuare spietatamente a girare unicamente per foraggiare i padroni del mulino. Da questo gioco al massacro il genio è estromesso, eppure solo lui può indicarci la strada di una sana riconversione, di un impeto di liberazione. Questa enorme responsabilità è improrogabilmente nelle nostre mani: vogliamo davvero permettere che il soffocamento del genio ci degeneri in automi apatici e rassegnati?

Che fare? È necessario essere totali nel suscitare quella fiamma asfissiata, dandole l’ossigeno che le è necessario per espandersi; questo significa rieducarsi (o de-programmarsi) per poter cogliere l’ispirazione e l’istinto primario della vitalità, della creatività e della bellezza. Disponiamoci a non dare nulla per scontato, ma ad essere pronti a stupirci e ad attivarci con fiducia per la nostra verità. Celebriamo in ogni modo possibile l’unicità, la ricchezza emotiva e la fierezza esistenziale dell’essere umano, insieme alle risorse inaspettate con cui affronta la sfida di ogni crisi. Riconosciamo, sosteniamo e traiamo ispirazione dalla vera arte, che è sensitiva, onesta e vivamente energetica. Dedichiamo almeno una piccola entità del nostro tempo a qualche attività creativa, per mantenerci in connessione con la nostra anima.

Il risveglio del genio porta entusiasmo, desiderio di espansione, indomita esplorazione, superamento della paura, gioia della condivisione, abilità di trasformazione, originalità, salute ed erotismo vitale, prospettive impensate e feconde. A tutto ciò non possiamo rinunciare, perché è l’autentica ricchezza dell’essere umani.